mercoledì 19 novembre 2014

Appello per gli amici brasiliani che amano l'Italia: un voto per la Certosa di Calci!



Nel momento in cui scrivo sul sito del FAI ci sono 42.229 voti a favore della Certosa di Calci, di cui 3.169 online.
Per spargere la voce ho coinvolto alcuni amici brasiliani e brasilofili su Facebook, facendo uno specifico appello.
E' in gioco una grande opportunità finanziaria per restaurare la Certosa, gravemente danneggiata da incuria e agenti atmosferici e per ridare a questo grande patrimonio artistico pisano e nazionale la dignità che merita.
Nella classifica nazionale del Fai dei Luoghi del Cuore la Certosa è attualmente al primo posto: servono ancora voti per mantenere questa posizione!
VOTATE (fino al 30 novembre 2014) cliccando qui:  http://iluoghidelcuore.it/luoghi/pisa/calci/certosa-di-calci/16583

La Certosa di Pisa in Calci, fondata nel 1366, uno dei monasteri certosini più importanti d’'Italia, è un complesso monumentale di grandissima rilevanza immerso nel verde della Val Graziosa. La collocazione appartata ne consentiva l’'isolamento dal resto del mondo imposto dalla Regola dell’'Ordine Certosino, fondato da San Bruno nel 1084. L'’austera Certosa primitiva, dopo la santificazione di Bruno (1623), come molte altre certose d’'Europa, fu profondamente rinnovata e trasformata nella magnifica residenza barocca che oggi ammiriamo, ricca di affreschi, marmi sontuosi, delicati stucchi ed arredi preziosi. I principali artefici del cambiamento promosso dall’'instancabile attività del Priore Giuseppe Alfonso Maggi, furono l’'ingegner pisano Nicola Stassi e il pittore fiorentino Pietro Giarrè. Accanto a questi protagonisti operarono altri artisti e un’'ampia schiera di valenti artigiani come Cassio Natili e Pasquale Cioffo. Infine, allo scadere del secolo, fu compiuta l’'ultima impresa pittorica di rilievo per mano del livornese Giuseppe Maria Terreni: artefice della Cappella del Rosario (1792) e dell’'attigua Capella di San Giuseppe (1795). Per la prima, di grande eleganza compositiva e raffinatissima nell'’alternarsi dei medaglioni a grisaille nel testo pittorico intessuto di delicate cromie - dove persino le panche e gli arredi lignei, porte comprese, appositamente realizzate, formano un unicum in dialettico rapporto con l’'apparato esornativo di quest’'ambiente - il Terreni fornì anche la pala d’altare con la Madonna del Rosario fra San Domenico e la Beata Rosellina. Nell’'autunno del 2009, nella Cappella del Rosario, a seguito degli stagionali acquazzoni e nubifragi (dopo circa cinque anni di assenza di interventi seguiti alla mancanza degli annuali finanziamenti statali destinati per lo più alla revisione delle coperture della Certosa) sulla volta e lungo le pareti, sotto le finestre, si manifestarono vistose macchie di umidità. In breve tempo su questa superficie, che fino ad allora aveva conservato la freschezza delle pennellate e delle cromie originarie dei raffinati stilemi neoclassici affrescati da Giuseppe Maria Terreni, comparvero maculature causate dall’'umidità e in seguito diffusi sollevamenti di pellicole affrescate e rigonfiamenti di intonaci. L'’assenza di interventi di messa in sicurezza di questa cappella (copertura – intonaci) e il ripetersi di stagionali ormai pluriennali acquazzoni stanno mettendo a gravissimo rischio conservativo – se non alla perdita – di questo capolavoro dell'’arte del Settecento italiano. (Fonte: FAI, Fondo Ambiente per l'Italia)